Partiamo dal presupposto che una “normalità” non esiste, il nostro punto centrale infatti è il benessere e la gratificazione che derivano dell’esperienza sessuale. Nelle coppie, ad esempio, possiamo definire “normale” ciò che va bene ad entrambз, il problema semmai sorge quando invece accordo non c’è. Per semplificare, potremmo dire che è “normale” quello che fa stare bene me e/o lə miə partner (se c’è); è problematico, invece, quello che non fa stare bene me e/o lə miə partner (se c’è).
Abbiamo specificato tra parentesi “se c’è” per ricordare che ci sono persone che non provano attrazione sessuale verso altrз , questo non significa necessariamente che non provino desiderio sessuale o che non pratichino comportamenti di autoerotismo; così come può capitare che provino attrazione romantica per un’altra persona ma non quella sessuale – visto che le due forme di attrazione spesso coincidono, ma non sempre. Si tratta di persone asessuali e l’asessualità, quando non è dovuta a problematiche ormonali né psicologiche, è semplicemente una scelta, un orientamento sessuale valido come gli altri.
Volendo offrire una panoramica delle possibili problematiche vissute in relazione all’esperienza sessuale, partiamo intanto da una visione ravvicinata di quello che accade:
immaginiamo una curva lungo la linea del tempo che inizia con l’eccitazione, uno stato di attivazione psico-fisiologica che però non sempre coincide temporalmente con il desiderio, può infatti succedere che il desiderio si collochi prima, durante oppure dopo l’eccitazione, soprattutto nelle donne. Segue una fase di innalzamento della curva, in cui l’eccitazione è elevata ma non è ancora orgasmo. A livello organico, vi sono delle differenze tra uomini e donne da questo punto di vista: se, infatti, all’uomo bastano, in media, 4 minuti per raggiungere l’orgasmo, alle donne servono mediamente una ventina di minuti (parliamo chiaramente di medie, quindi è normalissimo che non tuttз si riconoscano in questi numeri). Dopo l’orgasmo si ha una fase risolutiva che conclude l’atto sessuale.
Le problematiche possono insorgere in uno qualsiasi dei momenti appena illustrati, perciò se il disagio è vissuto rispetto al desiderio potremmo parlare di disturbo del desiderio ipoattivo maschile o disturbo del desiderio sessuale femminile, ricordando che il vero discrimine per il cosiddetto “disturbo” è proprio l’esperienza personale di disagio e malessere. Ci si riferisce, quindi, al vissuto soggettivo della persona rispetto a quel sentire, non si tratta di un’etichetta calata dall’alto.
Se il problema riguarda, invece, l’eccitazione si può trattare di disturbo erettile per gli uomini o altrimenti di disturbo dell’eccitazione sessuale femminile..
Se, infine, il problema riguarda l’orgasmo allora si parlerà di disturbo dell’orgasmo femminile oppure di eiaculazione precoce (meno di 1 minuto) o ritardata.
Esistono poi i casi di vaginismo e dispareunia che rientrano nei disturbi del dolore genito-pelvico e della penetrazione. Nella dispareunia, il dolore associato alla penetrazione è spesso dovuto a cause organiche, mentre nel vaginismo il dolore deriva dalla contrazione involontaria del pavimento pelvico ed ha generalmente origine psicologica.
Oltre ai vari tipi di disturbi descritti nel DSM-5, esistono diversi comportamenti sessuali, inquadrabili in una sorta di continuum che va da un polo di sessualità tipica ad un polo di sessualità atipica.
Accanto a quella che è generalmente considerata la “sessualità normale o tipica”, possiamo collocare ad esempio i comportamenti trasgressivi, che si praticano nel pieno rispetto reciproco, in modo sicuro e consensuale, per citarne alcuni:
- Bondage, pratica di restringere la possibilità di movimento in maniera consensuale
- Dominanza\sadismo\masochismo purché avvengano in maniera sana, sicura e consensuale
- Scambismo, ovvero scambio consensuale di partner a scopo puramente sessuale – non con intenzioni affettive
- Poligamia, unǝ coniuge con più partner, come avviene in certe culture
- Poliamore, ovvero intrattenere più relazioni intime, affettive e\o sessuali alla condizione che tuttз lз partner ne siano consapevolз
- Relazione aperta, quando lз partner si danno la libertà di intrattenere relazioni sessuali con altre persone esterne alla coppia
Alle trasgressioni si aggiungono le parafilie, definite come impulsi o comportamenti ricorrenti e fortemente eccitanti diversi dalla stimolazione genitale o dai preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti. In questi casi viene spesso a mancare l’aspetto consensuale delle parti. Nelle parafilie rientrano:
- Voyeurismo: eccitazione associata all’osservare altre persone che compiono comportamenti sessuali
- Esibizionismo: eccitazione associata al mostrarsi, l’essere visti mentre si compiono comportamenti sessuali
- Frotteurismo: eccitazione associata allo strusciarsi contro persone non consenzienti
- Masochismo: eccitazione associata all’essere umiliatз, percossз, legatз o soffrire in altra maniera
- Sadismo: eccitazione associata all’umiliare, colpire, provocare sofferenza nell’altra persona
- Feticismo: eccitazione associata ad oggetti inanimati o parti del corpo non genitali (ad es. piedi, mani ecc.)
Qualora questo tipo di comportamenti portasse a conseguenze negative per sé e/o per lз altrз allora si parlerà di disturbo parafilico (ad esempio il disturbo pedofilico, disturbo da sadismo sessuale, da masochismo sessuale ecc.).
Al polo estremo e più grave del continuum abbiamo lз “sex offenders”, persone che compiono violenze e abusi su adultз e\o minori.
Martina Mancinelli
Bibliografia
American Psychiatric Association, D. S., & American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5.
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Masters, W. H., Johnson, V. E., Kolodny, R. C., & Bergen, M. B. (1995). Human sexuality (p. 217). New York: HarperCollins College Publishers.