È capitato a tuttз per diversi motivi di trovarsi in un momento particolarmente difficile della vita e spesso, confrontandosi con amicз e parenti, ci viene consigliato “ma perché non provi a parlarne con unǝ psicoterapeuta?”.
Tante volte, la sola idea di parlare dei nostri problemi ad unǝ perfettǝ sconosciutǝ provoca in noi una forte ansia e un’intensa paura di sentirci giudicatз. Esiste poi il pensiero comune secondo il quale chi va dallǝ psicologǝ “è mattǝ”, e quindi da lì possono partire anche considerazioni riguardo il proprio stato di salute del tipo “mah, non sono mica messǝ così male…”
Lo stesso discorso può essere fatto per lǝ psicologǝ , profilo professionale affine allǝ psicoterapeuta, ma con un livello di formazione diversa. Quello che diversifica le due figure professionali, infatti, sono gli strumenti a disposizione e gli obbiettivi terapeutici. Lǝ psicologǝ abilitatǝ all’Albo ha conseguito il titolo tramite il completamento del percorso universitario a ciclo unico (triennale e magistrale) e dopo lo svolgimento del tirocinio professionalizzante della durata di un anno (che ora, dopo l’approvazione del disegno di legge n. 2305 sulle lauree abilitanti, sarà verosimilmente abolito). Lǝ psicoterapeutǝ è unǝ psicologǝ che, dopo l’abilitazione, ha concluso la scuola di specializzazione in psicoterapia (+ 4 anni) conseguendone il titolo. Se vi interessano le differenze ne abbiamo parlato in un altro articolo.
Queste sono le definizioni di base per orientarci tra le diverse figure. A livello pratico, però, cosa si fa dallǝ psicoterapeuta? Di cosa si parla nella prima seduta? In questo breve articolo affronteremo proprio questi argomenti.

Da chi vado e a chi mi rivolgo?
Per accedere ad un servizio psicologico tramite la sanità pubblica, basta contattare il proprio medico curante di riferimento e richiedere il primo appuntamento disponibile presso l’ambulatorio più vicino al proprio luogo di residenza, dai un’occhiata a questo articolo per approfondire!
Nel privato, invece, ci si mette in contatto direttamente con lǝ professionista selezionatǝ attraverso i recapiti messi a disposizione (numero di telefono o mail) e ci si accorda per il primo appuntamento conoscitivo che può essere presso lo studio dove riceve o in modalità online, all’orario ritenuto più adeguato a seconda delle reciproche esigenze.
La scelta dellǝ professionista più adattǝ alle diverse necessità è una fase delicata. Spesso ci si affida al passaparola, oppure a delle piattaforme online che aiutano ad individuare lǝ professionista più vicinǝ al luogo di residenza. È importante effettuare una scelta consapevole e può essere di aiuto consultare la lista dellз professionistз disponibili presso l’Ordine degli Psicologi e Psicoterapeuti della propria regione di appartenenza.
Per compiere una scelta in totale consapevolezza è meglio essere a conoscenza del fatto che esistono diversi approcci terapeutici, tematica che approfondiremo nei prossimi articoli.
Cosa si fa nel primo colloquio?
Dopo aver prenotato il primo appuntamento, arriva il momento in cui ci si incontra per la prima volta con il professionista.
Le modalità di sviluppo del primo colloquio dipendono spesso dall’orientamento di riferimento dellǝ professionista, ma possiamo riassumere a grandi linee i punti principali di “indagine“ che vengono condivisi da tutti i paradigmi.
Per comprendere meglio come si sviluppa il colloquio lo divideremo in 5 parti principali.
- Quale è il problema? Nella prima parte del colloquio lǝ psicologǝ ti chiederà di raccontare la tua problematica principale e che cosa ti ha spinto a rivolgerti ad unǝ professionista. In questa parte potrai raccontare e raccontarti. Dopo aver ascoltato attentamente la tua problematica, il clinico indagherà alcuni aspetti di quello che hai riferito ponendoti alcune domande. Questa fase è utile per entrambe le parti e garantisce che ci sia la maggior comprensione possibile del problema da parte dellǝ professionista.
- Approfondiamo la tua storia. In questa fase ti verranno poste alcune domande relative alla tua storia clinica personale e famigliare. Fa parte della “fase di raccolta dati“ ed è necessaria per comprendere al meglio la problematica esposta ed a costruire un percorso ad hoc in base alle tue necessità.
- Quali sono le tue aspettative rispetto al percorso? Lǝ professionista potrebbe chiederti cosa ti aspetti dal percorso insieme. Questa parte è fondamentale per allinearsi su degli obbiettivi realistici e condivisi e per iniziare il percorso insieme basandosi su fiducia e onestà reciproca.
- Ora qualche test: Spesso il clinico può avvalersi dell’utilizzo dei test per comprendere meglio la problematica che riporti. I principali sono: test sintomatologici (misurano l’intensità e la frequenza degli eventuali sintomi che riporti), test di personalità e test proiettivi ecc..
- Diamoci degli obbiettivi realistici: Nella fase conclusiva si definiscono sulla base delle tue necessità degli obbiettivi da raggiungere alla fine del percorso. In alcuni approcci è possibile prevedere anche la durata approssimativa del percorso terapeutico. Infine, si definiscono quelle che vengono chiamate regole del setting: compenso, modalità per contattare il clinico in caso di emergenza, come disdire l’appuntamento e la presenza di eventuali parti terze all’interno degli incontri.
Giulia Civadda
Bibliografia
Ruggiero, G. M., & Sassaroli, S. (2013). Il colloquio in psicoterapia cognitiva: tecnica e pratica clinica. R. Cortina.