Ciò che si usa chiamare con il termine “Mindfulness” è sempre più noto sia a specialisti del settore psicologico, sia a coloro che si interessano per le pratiche meditative: infatti un crescendo di pubblicazioni nel panorama editoriale italiano, su questo tema, si è caratterizzato da una forte approssimazione storico-tecnica e dalla pretesa di fornire al lettore determinate pratiche di meditazione provenienti dall’estremo oriente, rielaborate in chiave moderna come guida intuitiva per diminuire ansia e stress e dunque fornire un ipotetico aiuto.
Tutto ciò può far sembrare, almeno per una parte, che la Mindfulness possa essere una moda e come tale sia destinata a scomparire, ma basterebbe esplorare le radici concettuali per comprendere che tali sono molto antiche, dunque è bene conoscerle e approfondirle per salvaguardare tale pratica dalla semplificazione editoriale, promuovendo inoltre percorsi e studi caratterizzati da una solida base di ricerche scientifiche.
Molte persone pensano che la Mindfulness sia una semplice tecnica di rilassamento o di meditazione, utile per smettere di pensare e liberare la mente. In realtà è molto più di questo.
Chiamiamo con il termine “Mindfulness” un insieme di azioni che riguardano molteplici aspetti del funzionamento mentale e che possono ricondursi tutte al loro effetto ultimo che consiste, approssimativamente, nella capacità di stare nel presente
(Baer, 2012)
La Mindfulness è attenzione della mente e del cuore al dispiegarsi dell’esperienza nel momento presente: in tal modo “ci libera dalla distrazione e dalla dispersione e “ci consente di vivere pienamente ogni istante” (Tich Nath Hanh, 1987).
Una delle peculiarità della tecnica è l’attenzione focalizzata utile per schiacciare il tasto “pausa” per evitare di mettere in atto reazioni innadeguate (Siegel, 2009). Se proviamo a fermarci ad esaminare i nostri pensieri, possiamo notare quanti di questi attraversano la nostra mente in un solo istante. Questo esercizio apparentemente semplice, rimanda alla complessità stessa del funzionamento mentale e cerebrale.

La pratica della Mindfulness ci aiuta a coltivare la capacità di osservare i nostri pensieri, emozioni, sentimenti e sensazioni fsiche, riconoscendoli e permettendoci, quindi, di cambiare progressivamente il modo di percepirli ed affrontarli.
Una volta che avremo aquisito questa abilità , potremo decidere quando usarla, ed è incredibile quanto possa fare la differenza.
All’interno di questo percorso, descriverò alcuni processi della nostra mente e introdurrò esercizi imprescindibili.
Tuttavia, bisogna considerare che la Mindfulness non è la panacea a qualsiasi male e che non si interiorizza semplicemente conoscendo la teoria: la pratica e la completa accettazione ci permetterà di trarre vantaggio dalle sue conseguenze positive.
Davide Callegaro
Bibliografia
Baer, R. (2012). Come funziona la Mindfulness: Teoria, ricerca, strumenti. Milano: Raffaello Cortina Editore.
Tich Nath Hanh (1987), Il miracolo della presenza mentale, tr. it. Ubaldini Editore, Roma 1992.
Siegel, D. J. (2009). Mindfulness e cervello. Azzate (Varese): Consorzio Artigiano LVG per conto di Raffaello Cortina Editore.