LIFE SKILLS: servono abilità specifiche per vivere?

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Sappiamo che per essere capaci di svolgere un’attività o una professione abbiamo bisogno di acquisire competenze specifiche. Ma non siamo forse soliti pensare a quante competenze ci richiede la vita tutti i giorni. Ogni volta che ci relazioniamo con le persone, che facciamo piani per il futuro o dobbiamo gestire una situazione stressante, utilizziamo le life skills, tradotte letteralmente come “abilità per la vita” ovvero:

un insieme di competenze cognitive, emotive e relazionali di base, grazie alle quali ogni individuo riesce efficacemente a fronteggiare le difficoltà di ogni giorno, mettendo in atto comportamenti adeguati e che promuovono il suo adattamento all’ambiente.

(Mercatili, Del Vais, Sbrolla & Silvaggio, 2014)

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (1994) definisce le life skills come “tutte quelle skills (abilità, competenze) che è necessario apprendere per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e lo stress della vita quotidiana.” (OMS, 1994).

Il particolare periodo che stiamo vivendo ha determinato cambiamenti sostanziali nella nostra quotidianità: penso all’intenso desiderio di riabbracciare un amico o di uscire all’aria aperta, bisogni che sono stati per lungo tempo vietati. Abbiamo saputo aspettare, ma abbiamo anche cercato di appagare queste necessità attraverso una chiacchierata in videochiamata o dedicandoci ad un’attività che avevamo tralasciato da tempo. Senza esserne pienamente consapevoli ci siamo pian piano adattati a questa situazione, utilizzando risorse personali fra le quali compaiono proprio le life skills.

Di quali competenze stiamo parlando?

Le life skills sono molte, tuttavia l’OMS ha individuato un nucleo di competenze ritenute alla base del benessere e della salute psichica di tutti gli individui: si tratta di dieci competenze, le quali possono essere suddivise in tre macro-aree.

  1. Life skills Sociali, ovvero l’empatia, le relazioni efficaci e la comunicazione efficace;
  2. Life skills Cognitive, ovvero il pensiero critico, il pensiero creativo, il problem solving e il decision making;
  3. Life skills Emotive, ovvero la consapevolezza di sé, la gestione delle emozioni e la gestione dello stress.

Nel descrivere ogni skill farò riferimento al periodo che ha contraddistinto gli ultimi mesi. Gli esempi potrebbero non coincidere a pieno con l’esperienza di ciascuno, ma credo sarà comunque utile a far emergere l’influenza che ciascuna life skill può avere nella vita di tutti, al di là delle differenze individuali.

Life skills Sociali

L’empatia è la capacità di “immedesimarsi” nell’altro, di riconoscere e comprendere le sue emozioni senza tuttavia con-fondersi con esse. Essere empatici infatti non vuol dire identificarsi con le emozioni dell’altro perché si rischia di farsi travolgere da esse (Mercatili & Del Vais, 2018).

Vi sarà capitato in quest’ultimo periodo di aver condiviso con amici e persone care le emozioni e i vissuti provati negli ultimi mesi. Mentre l’altro vi raccontava la sua esperienza, ritenete di averlo ascoltato, oppure di essere stati empatici nei suoi confronti? Quest’ultima modalità prevede un ascolto quindi una comprensione più profonda e soprattutto non giudicante. Può capitare che rispetto ad uno stesso evento, valutiamo le reazioni altrui come più esagerate o al contrario meno evidenti delle nostre e questo può generare impressioni o giudizi. Infatti non tutti viviamo le situazioni allo stesso modo. Essere empatici facilita la comprensione dell’altro che si sentirà accolto sotto ogni punto di vista e favorisce l’instaurarsi di relazioni autentiche.

La skill relazioni efficaci si riferisce alla capacità di interagire positivamente con gli altri, creando e mantenendo buone relazioni (Mercatili & Del Vais, 2018).

Avere delle relazioni efficaci ha un effetto positivo sul nostro benessere: pensiamo a quante volte abbiamo vissuto amicizie opprimenti o amori che hanno procurato più sofferenze che piaceri. Per mantenere relazioni significative è indispensabile avere una buona consapevolezza dei propri bisogni all’interno di una relazione, così come è importante saper delimitare i confini fra sé dall’altro e riconoscere quando è necessario interrompere una relazione nociva. Mantenere le relazioni significative è stato fondamentale in questo periodo: aver condiviso le stesse difficoltà, essersi confrontati sulle stesse preoccupazioni, ci ha fatto sentire compresi e rassicurati e in alcuni casi ha contribuito a rafforzare il legame con gli altri. Le relazioni efficaci ci fanno star bene e sostengono il nostro processo di crescita.

La comunicazione efficace è la capacità di esprimersi adeguatamente rispetto al contesto e coerentemente con i propri stati emozionali (Mercatili & Del Vais, 2018).

Comunicare i propri bisogni ed emozioni in maniera efficace non è sempre scontato. Per alcune persone esprimere una propria necessità può essere difficile, magari perché abituate a “non chiedere mai aiuto” o perché al contrario reputano inutile una richiesta esplicita, convinti che l’altro debba già sapere ciò di cui hanno bisogno. Queste modalità possono generare innumerevoli malintesi: aumentando in chi le compie un senso di frustrazione per il fatto di non sentirsi compreso e generando nell’altro dubbi rispetto alle proprie capacità empatiche. Al contrario la comunicazione efficace favorisce l’instaurarsi e il mantenimento di interazioni positive e di relazioni stabili.  

Life skills Cognitive

Ed ora veniamo ad una delle life skills che secondo me dovrebbe avere maggior rilevanza in questo periodo: il pensiero critico, ovvero la capacità di analizzare e valutare in modo obiettivo le informazioni, distinguendo le impressioni personali, i pregiudizi propri e altrui e i condizionamenti esterni, svincolandosi da essi e riconoscendo l’influenza che questi hanno rispetto al proprio e l’altrui pensiero (Mercatili & Del Vais, 2018).

Ultimamente sui social sono circolate notizie false sul virus che disorientano il pensiero collettivo generando talvolta più confusione che informazioni. Allora dovremmo chiederci “Mi sto documentando da fonti certe?”, “Credo a qualsiasi cosa mi venga presentata da amici o familiari o valuto prima la fonte di provenienza?”. Accertarsi che una notizia sia vera prima di condividerla può evitarci paure o spiacevoli turbamenti. Di certo non possiamo cancellare tutte le notizie false esistenti, ma grazie al pensiero critico possiamo valutarle e confrontarle ogni volta, costruendo e modificando il nostro punto di vista.

Poi c’è il pensiero creativo ovvero la capacità di individuare risposte originali a situazioni problematiche consentendo di uscire da situazioni difficili (sia cognitive sia emotive) grazie a modalità alternative.

Siete andati a trovare un/un’amico/a muniti di divisa e pseudo pacco postale contente una bottiglia di vino fingendo di essere il corriere e approfittando così di fare un brindisi insieme a lei/lui? No? Bhè nel caso sarebbe stata una risposta originale al divieto di incontrarsi. Il pensiero creativo consente di superare i soliti schemi mentali e generare soluzioni innovative ed efficaci.

Avete mai sentito parlare di problem solving? Consiste nell’abilità di risolvere situazioni problematiche utilizzando risorse cognitive per: comprendere la natura del problema, prevedere attraverso una prima valutazione quali saranno i costi e benefici delle possibili soluzioni da utilizzare, pianificare un piano di attuazione, monitorarne l’efficacia e valutare, infine, se l’obiettivo sia stato raggiunto.

Prendiamo l’esempio di un/una giovane adulto/a che presenta timori e paure legate alla possibilità di contrarre il virus e di trasmetterlo ai nonni anziani, per questo, nonostante i casi di malati nel nostro paese siano drasticamente diminuiti, non esce da mesi e rifiuta qualsiasi invito degli/delle amici/amiche di incontrarsi. Vorrebbe cancellare questi pensieri che gli/le impediscono di vivere serenamente e tornare ad uscire, per farlo può: forzarsi ad uscire, ma probabilmente questo comporterebbe un aumento dei pensieri e del senso di colpa nei confronti dei nonni, oppure potrebbe rivolgersi ad un esperto, iniziando un percorso che sebbene richieda del tempo, assicurerebbe evidenti benefici nel lungo termine. Questa persona si trova di fronte una situazione problematica in cui dovrà valutare vantaggi e svantaggi di ciascuna alternativa: solo una volta intrapresa una delle due valuterà se l’obiettivo, ovvero quello di poter uscire senza eccessivi timori, sia stato raggiunto.

Altra abilità cognitiva è il decision making, ovvero la capacità di prendere buone decisioni da cui dipende la capacità di risolvere problemi.

Prendere una buona decisione vuol dire ponderare accuratamente quindi evitare di effettuare scelte affrettate o al contrario di rimandarle continuamente. Anche voi avete preparato un piano di ripresa dell’attività fisica per tornare in forma in vista dell’estate? Per cosa avete optato: pagare l’abbonamento della palestra o praticare dello sport nel parco più vicino? Oppure ci state ancora ragionando?

Life skills Emotive

La consapevolezza di sé è la capacità di riuscire ad identificare i propri punti di forza e di debolezza, avere chiare le modalità che si utilizzano per reagire alle varie circostanze.

Essere consapevoli del modo in cui funzioniamo è molto importante perché ci consente di perseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati, di riconoscere i nostri limiti e le nostre qualità reali. In questo periodo è stato impossibile definire gli obiettivi personali: ci siamo trovati costretti a vivere nel presente rinunciando a stabilire mete a breve termine, in quanto tutto risultava incerto. Ora però possiamo ricominciare a programmare il nostro futuro e per farlo sarà indispensabile partire dalle proprie risorse, avendo ben chiari i prossimi traguardi da raggiungere.

La gestione delle emozioni è la capacità di riconoscere, comprendere, regolare ed esprimere in maniera efficace e funzionale i propri vissuti (Mercatili et al., 2015).

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traduzione: “Va tutto bene. Sto bene rispetto agli eventi che stanno accadendo in questo momento. Va bene, andrà tutto bene.”

In questo periodo vi sarà capitato di sperimentare più emozioni contemporaneamente: quali sono state le emozioni prevalenti? È stato faticoso esprimerle? Non sempre siamo in grado di comunicare ciò che proviamo, magari perché non sappiamo riconoscerlo oppure perché temiamo di essere giudicati oppure (come nel caso della GIF sopra) facciamo difficoltà ad affrontare la realtà, per quanto questa ci provochi disagio. Esprimere le proprie emozioni attiva una risposta sociale nell’ambiente circostante: l’emozione trasmette il nostro mondo interiore e i nostri obiettivi che, una volta esplicitati, consentono agli altri di adeguarsi e di conoscerci più approfonditamente. La risposta dell’ambiente assieme ad una buona dose di consapevolezza di sé aiutano a riconoscere ed a comprendere le ragioni del proprio stato emotivo consentendo quindi di esprimersi efficacemente.

La gestione dello stress è la capacità di riconoscere le fonti quotidiane di stress e di saperle gestire. Siamo abituati a definire la nostra vita “stressante”, ma siamo in grado di individuare cosa ci provoca lo stress?

Ultimamente non è difficile individuare almeno una fonte di stress: l’idea di non poter incontrare gli altri come facevamo prima, ma essere condizionati dall’utilizzo di mascherine e dalla distanza di sicurezza può risultare molto stressante. “Quali strategie sto utilizzando per ridurre lo stress?” (“mah boh, ci penso domani…”, “bevo due spritz e i problemi non esistono più!”). “Sento di avere il controllo della situazione o emulo i comportamenti di chi ho intorno?” Può essere allora utile ricordarsi il motivo per cui è richiesto il distanziamento sociale, concentrandosi sul momento presente ed occupando la mente con attività che ci aiutino a focalizzarci sul qui ed ora.

L’utilizzo delle abilità per la vita può fare davvero la differenza nella nostra quotidianità, consentendoci di affrontare più efficacemente le sfide di tutti i giorni e vivere serenamente le nostre relazioni. Tutti le possediamo, ma non tutti le abbiamo sviluppate adeguatamente, per questo è bene conoscerle e individuare là dove avvertiamo maggior difficoltà.

Le Life skills e la promozione della salute

Le life skills rinforzano la messa in atto di comportamenti positivi per la propria salute: ad esempio una persona con una buona capacità di gestione dello stress, dopo aver perso il posto di lavoro, utilizzerà strategie che gli consentano di affrontare la situazione. Potrebbe ad esempio adoperarsi per cercare una nuova occupazione, oppure prendersi del tempo per riflettere su quale professione vorrebbe svolgere in futuro. Al contrario, una persona nella stessa condizione che non possiede strategie efficaci per la gestione di una situazione stressante potrebbe andare in ansia e permanere in uno stato di incertezza.

Le life skills vengono apprese sin dai primi anni di vita, infatti l’OMS ha dichiarato l’importanza di inserire il loro insegnamento in tutti i programmi educativi a partire dalla prima infanzia. È a quest’idea che il Dipartimento di Prevenzione ed Educazione alla Salute dell’ASUR Marche di Ascoli Piceno, in collaborazione con la sede LILT di Ascoli Piceno, si è ispirato, promuovendo sin dall’anno scolastico 2013-2014 programmi nelle scuole del territorio, con l’obiettivo di sviluppare e potenziare le Life skills. Questi programmi non sono rivolti soltanto agli studenti – dalla prima infanzia fino alle scuole secondarie – ma anche ai docenti e ai genitori, ritenendo che una buona educazione al benessere e alla promozione della salute debba essere una priorità per tutti, grandi e bambini.

Gli insegnanti ricevono da alcuni professionisti della salute, in particolare gli psicologi del Dipartimento sopracitato, una formazione sulle Life skills e su alcune attività finalizzate al potenziamento di queste competenze che saranno i docenti stessi a svolgere in classe con gli alunni. Per ciascuna skill esistono più attività, adattate rispetto all’età dei bambini e pensate per essere svolte in aula. Queste attività sono riportate su alcuni manuali che vengono consegnati direttamente agli insegnanti. Il Dipartimento di Prevenzione ed Educazione alla Salute di Ascoli Piceno ha inoltre realizzato alcuni manuali per i genitori, dove sono presenti le stesse attività, adeguate per essere operate in famiglia. Come prevede il progetto, sono gli stessi insegnanti che hanno acquisito un’esperienza pluriennale nei progetti sulle Life skills a formare i genitori dei propri studenti, con l’obiettivo di raggiungere una continuità del progetto dalla scuola alla famiglia.

Beatrice Moretti

Bibliografia

Mercatili M.G. & Del Vais, G. (2018). Guadagnare Salute… con Mamma e Papà. Buone pratiche per i genitori. Life skills (vol.2). Stampa a cura dell’ASUR Marche AV5.

Mercatili M.G., Del Vais G., Sbrolla B. & Silvaggio M.F. (2014). Guadagnare Salute… con le life skills. Stampa a cura dell’ASUR Marche AV5. Vol.1: Scuola dell’Infanzia.

OMS. (1994). Life skills education per bambini e adolescenti nelle scuole. Ginevra, Svizzera: Divisione mentale.

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