Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche del limite estremo à la page della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro–verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione.
Guida Galattica per gli Autostoppisti
Questo pianeta ha –– o piuttosto aveva –– un problema, che era questo: la maggior parte della gente che ci vive era scontenta per la maggior parte del tempo. Furono suggerite molte soluzioni per questo problema, ma gran parte di esse erano basate sui movimenti di piccoli pezzi verdi di carta, il che è bizzarro, dato che, tutto considerato, non erano i piccoli pezzi verdi di carta ad essere scontenti
Per chi non lo avesse riconosciuto, questo testo appartiene al Prologo del monumentale capolavoro letterario di Douglas Adams del 1979 “Guida Galattica per gli Autostoppisti “ pubblicato da Mondadori Editore.
Noi di Sinapsyche , ispirati dal lavoro di Adams, abbiamo deciso di proporvi un ciclo di articoli chiamato
“Guida Galattica alle emozioni umane”
Questi articoli, seguendo la prospettiva proposta di Adams, affronteranno analiticamente le principali emozioni dell’essere umano, aiutandoci a comprendere cosa sono, cosa accade al nostro corpo quando le proviamo e suggerendoci delle strategie per gestirle al meglio.
Come suggerito da Adams, l’essere umano è afflitto da sempre da un fondamentale problema: “una quasi costante infelicità”. Ciò che proviamo , giorno per giorno, definisce la realtà nella quale siamo immersi.
Comprenderci a fondo, comprendere che non esistono emozioni positive e negative ma solo esperienze emotive fisiologiche condivise da tutti noi anche nelle più inaspettate sfumature, ci fornirà importanti spunti di riflessione su chi siamo, dove stiamo andando e come possiamo sempre migliorarci, mettendoci in gioco senza paura soprattutto nelle continue sfide che la vita ci propone.
Introduzione a cura di Giulia Civadda